Regia: Stefano Croci e Silvia Siberini
Produzione: Caucaso, Mai
Durata: 70'
Anno: 2015
Il filo conduttore di un antico testo buddhista. Parole dure sulla fugacità del tutto e sul dolore che inevitabilmente incontreremo nella nostra via. Da questo percorso nascono considerazioni sulla vita e la morte, vicende personali ed esistenziali. Un mistero che ci troviamo a condividere restituito in chiave poetica dagli occhi di cinque protagonisti.
Prendono vita le singolarità di alcuni tra i più importanti maestri buddhisti italiani; non un percorso esotico, piuttosto un tracciato di parole familiari, domande, ricerche che ognuno di noi sentirà come vicine e presenti. Chi sono? Perché si sono avvicinati al Buddhismo e che soluzioni hanno trovato in questo affascinante e misterioso pensiero orientale?
Dalla voce dei maestri l’eco di una spinta ancestrale che accompagna l'uomo di ogni tempo fuori da ogni confine e nazionalità.
Tutto è in fiamme è un documentario (durata prevista 70 minuti) che attraverso la poesia e le immagini affronta l'evolversi del Buddhismo in Italia. Accompagnati da un antico testo (sutra), capace di ridestare la nostra attenzione al mistero della vita e della morte, incontriamo cinque maestri italiani che hanno dedicato loro stessi a questa via sapienziale di origine orientale. In Italia hanno fondato le loro scuole e ora su tali esempi nuove generazioni vivono in prima persona un possibile incontro tra Oriente e Occidente, calcando le orme del pensiero buddhista e della ricerca interiore.
Non parliamo di una religione in questa sede, piuttosto di un'espressione culturale, filosofica, capace di entrare in contatto con ogni popolo ad ogni latitudine.
Le parole crude e potenti del Jarā-Vagga (dal Canone Buddhista) ci fanno avanzare in un cammino difficile, ma che promette una soluzione alla sofferenza. I cinque protagonisti offrono un esempio di come questo cammino può essere intrapreso. Una via includente anche la nostra tradizione.
Negli anni caldi delle grandi trasformazioni sociali che coinvolsero tutto l’occidente, nacque un’apertura più genuina verso le altre culture che consentì un avvicinamento fisico tra mondi prima lontani, non solo a studiosi del settore.
Proprio questo fu il contesto storico nel quale, i cinque futuri maestri, ognuno con il proprio percorso, sentirono il bisogno di trovare qualcosa di più, qualcosa capace di appagare la propria sete di conoscenza e verità. Una passione interiore che non poteva trovare soddisfazione in ciò che il mondo circostante aveva offerto o stava offrendo.
Non parliamo di una religione in questa sede, piuttosto di un'espressione culturale, filosofica, capace di entrare in contatto con ogni popolo ad ogni latitudine.
Le parole crude e potenti del Jarā-Vagga (dal Canone Buddhista) ci fanno avanzare in un cammino difficile, ma che promette una soluzione alla sofferenza. I cinque protagonisti offrono un esempio di come questo cammino può essere intrapreso. Una via includente anche la nostra tradizione.
Negli anni caldi delle grandi trasformazioni sociali che coinvolsero tutto l’occidente, nacque un’apertura più genuina verso le altre culture che consentì un avvicinamento fisico tra mondi prima lontani, non solo a studiosi del settore.
Proprio questo fu il contesto storico nel quale, i cinque futuri maestri, ognuno con il proprio percorso, sentirono il bisogno di trovare qualcosa di più, qualcosa capace di appagare la propria sete di conoscenza e verità. Una passione interiore che non poteva trovare soddisfazione in ciò che il mondo circostante aveva offerto o stava offrendo.
Engaku Taino ha abbandonato il lavoro in banca per spingersi fino in Giappone, in un monastero Zen, dove lo attendeva il classico percorso monacale; Mario Thanavaro e Corrado Pensa in Inghilterra e negli Stati Uniti, dove già erano attive le scuole dei primi maestri occidentali tornati della Thailandia; Fausto Taiten Guareschi ha incontrato a Parigi Deshimaru, il primo maestro Zen giapponese emigrato in Europa, e Franco Bertossa, il quale visse un’esperienza spirituale autonomamente che ricondusse a quella del buddhismo.
Seppur hanno affrontato tradizioni buddhiste differenti, li accomuna il sentimento di aver finalmente incontrato qualcosa di definitivo. Qui emerge l’originalità della “filosofia” buddhista: non essere un messaggio dogmatico né una religione in senso proprio, e la sua grande capacità di adattarsi alla cultura che lo accoglie e perfino alla persona che vi si avvicina.
Ora sono maestri in Italia, ognuno dei quali ha dovuto e voluto confrontarsi con la propria tradizione ed il proprio Paese, nella sfida di far convivere culture assai lontane: per esempio costruendo un tempio in perfetto stile giapponese o, diversamente, preferendo una via di de-orientalizzazione per una pratica in senso laico, sviluppando un percorso di integrazione con la filosofia classica europea o tentando di coniugare la meditazione con gli studi accademici, e non ultimo il dialogo interreligioso. Un incontro tra Oriente ed Occidente individuato nella radice profonda della sofferenza umana e nella tensione alla sua soluzione, raccontato in prima persona da coloro che hanno provato ad affrontarlo, dedicando la vita a ciò.
Seppur hanno affrontato tradizioni buddhiste differenti, li accomuna il sentimento di aver finalmente incontrato qualcosa di definitivo. Qui emerge l’originalità della “filosofia” buddhista: non essere un messaggio dogmatico né una religione in senso proprio, e la sua grande capacità di adattarsi alla cultura che lo accoglie e perfino alla persona che vi si avvicina.
Ora sono maestri in Italia, ognuno dei quali ha dovuto e voluto confrontarsi con la propria tradizione ed il proprio Paese, nella sfida di far convivere culture assai lontane: per esempio costruendo un tempio in perfetto stile giapponese o, diversamente, preferendo una via di de-orientalizzazione per una pratica in senso laico, sviluppando un percorso di integrazione con la filosofia classica europea o tentando di coniugare la meditazione con gli studi accademici, e non ultimo il dialogo interreligioso. Un incontro tra Oriente ed Occidente individuato nella radice profonda della sofferenza umana e nella tensione alla sua soluzione, raccontato in prima persona da coloro che hanno provato ad affrontarlo, dedicando la vita a ciò.